Lasciare il proprio paese e mollare l’università per realizzare il sogno di diventare chef. Questa è la storia di Tobias Gampert, un ragazzo tedesco che è partito per l’Italia per studiare biologia e poi ha mollato tutto per dedicarsi alla cucina. È proprio a San Benedetto del Tronto che, grazie ad una conoscenza, ha iniziato ad appassionarsi dell’Alta Cucina e ha deciso di iscriversi ad Accademia Chefs per acquisire competenze professionali per poi tornare in Germania con la determinazione di mettere a frutto tutti gli insegnamenti acquisiti.
Ho deciso di trasferirmi in Italia per studiare biologia all’università e proprio a San Benedetto del Tronto ho avuto l’opportunità di conoscere un’ex allieva di Accademia Chefs, mettendomi una sorta di pulce nell’orecchio. Nel frattempo sono tornato in Germania e lì ho iniziato a lavorare in un ristorante per farmi un’idea e capire se potesse piacermi.
È lì che mi sono reso conto che in realtà quel mondo mi incuriosiva e mi appassionava, così ho deciso di tornare in Italia, dove ho interrotto gli studi e mi sono subito iscritto ad Accademia Chefs. Il primo corso che ho frequentato è stato quello di Aiuto Cuoco, poi quello di Sushi, e in questo momento sto frequentando il Corso Chef la mattina e quello di Pasticcere il pomeriggio.
Sento che Accademia Chefs mi abbia dato tanto. Quello che ho fatto io è stato un percorso completo di cui ho apprezzato soprattutto la contaminazione che ho ricevuto dai docenti: per esempio lo Chef Mariano Narcisi mi ha insegnato l’importanza dei colori nei piatti e il food design, lo Chef Valerio Giovannozzi mi ha trasmesso le tecniche e il gusto del cibo, come combinare gli alimenti. Lo Chef Massimo Polidori, invece, mi ha insegnato come impiegare la natura in cucina, il foraging e l’utilizzo delle erbe spontanee. Infine, il Pastry Chef Augusto Palazzi mi ha insegnato la tecnica e la precisione che in pasticceria sono imprescindibili. Ogni docente, quindi, mi ha lasciato il suo stile e il suo bagaglio di conoscenze, e io ne ho fatto e ne sto tutt’ora facendo tesoro.
Non si finisce mai di imparare. Un piatto che preparo adesso è sicuramente diverso da quello che avrei preparato all’inizio del mio percorso, e questo solo grazie a tutte le influenze che ho ricevuto dai docenti in questi due anni, che hanno cambiato di continuo il mio stile di cucinare. E poi mi hanno insegnato ad allenare il gusto, riuscendo ad assaporare dei sapori che prima non avevo mai provato. Sento di aver ricevuto tantissimi imput che ho cercato di assorbire il più possibile. Se ora dovessi tornare in Germania e iniziare a fare pratica in un ristorante, sono molto più sicuro di me stesso perché mi sento preparato come Chef e Pasticcere e non vedo l’ora di sperimentare sul campo.
Per i prossimi 4-5 anni mi piacerebbe molto fare esperienza in ristoranti e spostarmi verso il Nord Europa, in Norvegia, Svezia o Danimarca, o anche in Asia. E lì vorrei assorbire quanto più possibile e filtrare quello che più mi rappresenta. Il mio obiettivo è quello di riuscire a creare un mio stile di cucina riconoscibile. Poi sì a lungo termine il mio sogno è quello di aprire un ristorante. Spero di riuscire a realizzarlo!
Assolutamente sì. L’Accademia offre percorsi validi in grado di fornire le competenze professionali nell’Alta Cucina. Il mio è stato un percorso formativo sia dal punto di vista teorico, sia pratico, sia umano, che mi ha dato l’opportunità di crescere e confrontarmi continuamente sia con gli Chef docenti della scuola sia con Chef stellati e di risonanza internazionale che periodicamente vengono in Accademia per tenere delle Masterclass altamente formative. Un’esperienza che mi ha regalato tante abilità e soddisfazioni che saranno sicuramente spendibili per il mio futuro.
Fra la lievitazione di un panettone e la preparazione di una box in preparazione per il delivery, Silvia Regnicoli ci dedica un po’ della sua preziosa attenzione.
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