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THE BLOG

11
Nov

Simona Sette, la pasticcera che sfidò (e vuole sconfiggere) le frolle.

I giochi per bambini e bambine legati alla cucina sono sempre esistiti e sono stati considerati importanti per sviluppare la manualità dei più piccoli. Capita poi che qualcuno, invece di voler diventare astronauta o maestra, sia conquistato dal dosaggio degli ingredienti e dai piccoli dolci fatti in casa, superando i propri limiti.

Così è stato per Simona Sette, che sognava una scuola dove si potesse cucinare. “Mio fratello stava scegliendo le superiori, e io a soli otto anni dissi a mia madre: “Voglio andare alla scuola dove si cucina!” Da allora ho deciso che, quando sarebbe toccato a me, avrei seguito quella strada”. Simona, d’altronde, in cucina era comunque di casa, complice sua nonna materna che le lasciava mescolare ingredienti vari per sperimentare piatti “non sempre commestibili, ma comunque mi consolavo aiutandola a fare la torta di mele o le ferratelle”.

Simona si iscrisse quindi all’alberghiero dell’Aquila, dove cominciò a costruire la sua carriera tra fornelli e laboratori: un curriculum perfettamente in linea con i suoi sogni.

Durante gli anni di scuola già le prime esperienze di lavoro stagionale, la primissima a Cervia, la indirizzarono verso una specializzazione molto particolare, quella della cucina senza glutine. “Ho iniziato come aiuto cuoco, ma poi mi sono ritrovata a gestire la parte dedicata ai piatti gluten free. È stata una sfida, me la sono cavata bene”.

Nonostante la passione per la cucina l’avesse portata a risultati più che positivi in numerose realtà della ristorazione nazionale, Simona sentiva di volersi occupare di pasticceria, quella parte del suo sogno che non si era potuta realizzare. “Già alle superiori avrei voluto seguire quella specializzazione, ma eravamo solo in due a volerla fare, quindi la classe non si formò. All’epoca scelsi enogastronomia, ma nel cuore ho continuato a pensare a quanto sarebbe stato bello fare i dolci”.

Come per ognuno di noi, arrivò anche per Simona però un periodo di occasioni perdute, esperienze lavorative non sempre positive, piccoli problemi che poi iniziarono a minare la sua fiducia nella possibilità di continuare a lavorare nel settore. A questo momento di riflessione, rispose in maniera positiva: rilanciando, provando a mettersi in gioco per non cambiare definitivamente strada.

In questo periodo, in cui Simona era “tra color che sono sospesi”, si colloca la scoperta di Accademia Chefs. “Sì – ci dice – la verità è che stavo per mollare tutto, poi mi sono detta: faccio il corso da pasticcera e provo davvero a realizzare il mio sogno o lascio perdere completamente. Mi sono aggrappata all’orgoglio personale e professionale. Non potevo permettere che quella bambina di otto anni abbandonasse il suo sogno e nemmeno permettere a Simona, cuoca, di annullare i sacrifici che aveva fatto nel corso degli anni”.

All’Accademia, Simona trovò un ambiente accogliente e formativo, dove riuscì a unire la teoria alla pratica. “Mi misi subito al primo banco, come all’Alberghiero della mia città”, racconta sorridendo. “Sentivo che era la mia ultima possibilità. Avevo esperienza, ma mi mancavano le basi teoriche: capire come reagiscono gli ingredienti tra di loro, come bilanciare le ricette da sola. Gli insegnanti, in particolare Augusto, mi hanno aiutato moltissimo”.

Durante il corso, trovò anche il modo di sfidare uno dei suoi incubi peggiori: “Le frolle erano il mio tallone d’Achille. Con il caldo si scioglievano, mi facevano impazzire. Ora sono una delle cose che ancora odio, ma il titolare della pasticceria in cui lavoro continua a farmele fare, perché vuole che vinca la sfida”.

Dopo il diploma, la determinazione e la preparazione di Simona sono state premiate: in poco tempo ha trovato lavoro a L’Aquila, nel locale Ro’ by Caesar, nel cuore della città, davanti alla Fontana Luminosa, una delle attrazioni più note del capoluogo abruzzese. “La svolta c’è stata proprio dopo aver frequentato il corso di Accademia Chefs, al terzo tentativo d’invio del curriculum. A volte i percorsi di vita non sono sempre lineari, anzi per quanto mi riguarda trovo spesso strade in salita o dissestate, ma alla fine il cerchio si chiude, bisogna sempre aiutarsi da sé con perseveranza e tenacia, non solo con la passione”.

Simona ci tiene a sottolineare l’importanza del salto di qualità, anche grazie ad Accademia Chefs, perché “Caesar è una delle pasticcerie più importanti della città, l’attività è nata con Cesare e Ro’ è una seconda pasticceria più moderna gestita da Roberto, suo figlio, che è recentemente entrato a far parte dell’APEI (Ambasciatori Pasticceri delle Eccellenze Italiane) un’associazione fondata dal Maestro Iginio Massari e nella quale si può entrare solo rispettando dei requisiti e sostenendo un esame”.

“Oggi mi occupo dei dolci monoporzione, delle glassature a specchio e dei mignon stratificati. Nel locale realizziamo torte moderne e classiche, gelati, viennoiserie, pasticceria salata, pane e offriamo anche pranzi veloci e aperitivi con cocktail”.

Ogni cosa ha un suo tempo e un suo posto nella vita di ognuno di noi, dunque. “Accademia Chefs è stato il posto giusto al momento giusto e rappresenta, per me, uno dei periodi più importanti e belli della mia vita”.

In Accademia, Simona non ha solo ritrovato sé stessa e la sua professione, ma anche un punto di svolta per migliorare la sua qualità della vita “Ho conosciuto compagne che sono diventate amiche e ho trovato insegnanti disponibili e preparati. È un’esperienza che ti cambia: professionalmente e umanamente”.

La pasta frolla rappresenta il simbolo di un approccio più ampio al lavoro; “Qello che posso consigliare a chi sceglie di frequentare Accademia Chefs è di ricordarsi della propria passione, ma anche della determinazione e perseveranza, nelle lezioni durante il corso e successivamente nel lavoro, il mio, che è complicato, a volte estenuante ma dà anche soddisfazioni.

03
Set

Accademia Chefs e oltre, il viaggio di Albert Di Pasquale tra cucina e pasticceria

Inizio: Passione Cucina

«Ciao, sono Albert Di Pasquale, ho 28 anni e vengo da Giulianova. La cucina ha iniziato ad appassionarmi già ai tempi della scuola alberghiera: è stato un percorso che mi ha dato fin da subito grandi possibilità di crescita personale e professionale.»

Come hai conosciuto Accademia Chefs?

«Ho conosciuto Accademia Chefs nel 2017, grazie ai social. All’epoca avevo già esperienza in cucina, ma il corso Passione Gourmet mi ha incuriosito subito cercavo qualcosa che mi permettesse di consolidare le basi, ma allo stesso tempo di crescere in maniera più strutturata. Quell’esperienza è stata un punto di svolta, perché mi ha dato strumenti concreti e un ambiente stimolante dove confrontarmi con altri ragazzi mossi dalla mia stessa passione.»

Il Viaggio: Esperienze all’estero

«Dopo i primi anni di formazione, ho avuto l’opportunità di viaggiare e lavorare all’estero, in posti molto diversi tra loro: Francia, Spagna, Dubai e Inghilterra. Ogni Paese mi ha insegnato qualcosa di nuovo: tecniche, sapori, ma soprattutto culture e modi di vivere differenti. Queste esperienze hanno avuto un forte impatto su di me, perché hanno contribuito a farmi crescere non solo come cuoco, ma anche come persona.»

Il Ritorno: Corso di Pasticcere professionale

«Dopo questi anni all’estero, sono tornato in Italia e ho iniziato a lavorare in Veneto, in un bistrot affiancato a una pasticceria. È proprio lì che è scattata la scintilla che mi ha portato a spostare la mia attenzione dalla cucina alla pasticceria. Volevo approfondire questa nuova strada e così ho deciso di tornare in Accademia Chefs, questa volta per frequentare il corso di Pasticce. Ritrovare quell’ambiente dopo qualche anno è stato emozionante lo stesso livello di professionalità, ma sempre con quel calore familiare che ti fa sentire parte di una grande squadra.»

Oggi: Lavoro e Futuro

«Una volta concluso il corso, sono stato subito contattato da una pasticceria locale, l’Antico Caffè Soriano, dove tuttora lavoro. Qui mi occupo principalmente dei lievitati, sia dolci che salati, una parte della pasticceria che trovo estremamente affascinante per la sua complessità e per la pazienza che richiede.
Il mio sogno nel cassetto è quello di aprire, un giorno, un laboratorio tutto mio immagino uno spazio dedicato alla pasticceria moderna, pensato soprattutto per banchetti ed eventi. Un posto dove poter dare forma alle mie idee e trasmettere agli altri la stessa passione che mi accompagna fin dall’inizio.»

 

01
Ago

Elsa Ragone: una storia di passione, pasticceria e crescita

L’inizio:

1. Quando hai deciso di iscriverti al corso di pasticceria?

La pasticceria è diventata una parte fondamentale della mia vita attraverso un percorso sia personale che formativo. In un periodo difficile, in cui la tristezza aveva preso il sopravvento, ho trovato nella pasticceria un rifugio. Non riuscendo a trovare serenità dentro di me, ho scelto di non condividere il mio malessere, ma di trasformarlo in qualcosa di positivo: mi sono concentrata su come rendere felici gli altri, dedicando loro attenzione e affetto, anche attraverso il cibo.

Quel momento, pur essendo uno dei più duri, è stato anche uno dei più formativi.  Mi ha fatto crescere, maturare e acquisire la forza per affrontare scelte difficili.  Mi ha insegnato a guardarmi dentro e ad ascoltarmi e così dopo essermi ripresa ho scelto accademia chefs. L’Accademia Chefs mi ha accolta con professionalità e mi ha fornito una solida preparazione tecnica, trasmettendomi l’importanza della conoscenza, della tecnica e della creatività.

 

Il corso: 

2. Che ruolo ha avuto Accademia Chefs nel tuo ingresso nel mondo del lavoro? Ti sei sentita accompagnata e sostenuta nella ricerca di un lavoro?

Durante il percorso ho conosciuto Fabio Bracciotti. Le sue lezioni mi hanno profondamente illuminata, tanto che ho pianto alla fine del suo modulo, triste all’idea di non potermi più confrontare con una persona tanto brillante. Un giorno di aprile, poco prima degli esami, sono passata quasi per caso alla gelateria di San Benedetto. Lì c’era lui. Mi ha riconosciuta e, dopo una piacevole conversazione, mi ha offerto un posto per la stagione. Avevo già un’altra proposta da un locale che stimo molto e che si trovava più vicino a casa. Ho valutato con attenzione entrambe le opzioni, ma alla fine è stato il cuore a scegliere: Crémée Glacée.


Dopo il corso: 

3. Quando ti hanno proposto di diventare assistente del corso di pasticceria, cosa hai pensato? Com’è stato il passaggio da allieva a collaboratrice dei docenti? Come ti senti a far parte del “dietro le quinte” della formazione?

Mi sono sentita felice e molto fortunata. Mi sono chiesta perché avessero scelto proprio me. Stare in Accademia, essere ancora in contatto con persone meravigliose che ci lavorano, mi fa sentire bene. Quest’esperienza mi sta dando tantissimo, e soprattutto mi ha aiutata a credere in me stessa.

4. Oggi affianchi due professionisti come Noemi Ciabattoni e Augusto Palazzi. Com’è lavorare con loro? Cosa hai imparato da loro, oltre alla tecnica?

Noemi e Augusto non sono soltanto due pastry chef: sono l’essenza di ciò che mi spinge ogni giorno ad amare questo mestiere e questa vita. Rappresentano in pieno il significato di passione e dedizione al proprio lavoro. Passerei ore ad ascoltarli spiegare tecnica, concetti e visione.

5 .Ti capita di rivederti nei nuovi studenti che entrano in Accademia?

Uno degli episodi che porto nel cuore è accaduto di recente. Una studentessa mi ha chiesto se fosse possibile svolgere lo stage da Crystall a Porto San Giorgio, una pasticceria pluripremiata dove avevo fatto lo stage.

All’inizio del mio corso ero stata io a fare la stessa domanda ad Augusto, con un’emozione fortissima. Quando poi mi ha presentato il pasticciere e co proprietario Valerio Giovannozzi e gli ha chiesto se potessi fare lo stage lì, è stato un momento che ricorderò per sempre. Sentire quella stessa emozione in un’altra studentessa mi ha riportato alle origini del mio percorso.

6. Com’è stata l’esperienza di condurre il pranzo didattico del corso cuoco?

Condurre il pranzo didattico è stato per me fonte di forti emozioni. Parlare in pubblico non è mai semplice, ma ho avuto l’onore di presentare il pranzo del corso cuoco, sotto la direzione dello chef Mariano Narcisi. Il menù era interamente ispirato a Il giro del mondo in 80 giorni e alla tavolata erano presenti figure importanti del settore culinario, da cui ho ricevuto complimenti e parole di incoraggiamento. È stata un’esperienza che porterò sempre con me.

La trasformazione:

7. Ti senti cambiata da quando eri studentessa a oggi? In cosa ti senti più cresciuta: tecnicamente o umanamente?

Sento di essere cresciuta molto, sia a livello umano che tecnico. In entrambi i casi, in modo profondo.

8. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso, quale sarebbe?

A chi desidera intraprendere questo percorso, consiglio sinceramente di farlo: migliora la vita sotto ogni aspetto mentale, fisico, personale e ti offre la possibilità di svolgere un lavoro che fa bene, in ambienti di alta pasticceria.

9. Come immagini il tuo futuro nella pasticceria? Hai un sogno nel cassetto?

Il mio futuro lo immagino felice, esattamente come il presente che sto vivendo. Di solito non sogno troppo: preferisco agire e realizzarmi, passo dopo passo. Una cosa che desidero fare, però, è unire le mie due passioni: la pasticceria e la nutrizione e l’alimentazione sana. Attraverso lo studio, mi piacerebbe avvicinarmi alla  pasticceria salutistica, secondo il mio punto di vista. Unire gusto e benessere, in un equilibrio che racconti davvero chi sono.

14
Lug

DALL’AMERICA ALL’ITALIA, PASSANDO PER ACCADEMIA CHEFS: LA STORIA DI FRED MACALUSO

Fred, raccontaci un po’ di te: da dove vieni e qual è il tuo background? Hai sempre avuto la passione per la cucina o è nata nel tempo?

“Sono nato negli Stati Uniti, ma le mie radici sono profondamente italiane, precisamente calabresi. Ho lavorato per tanti anni come imprenditore, gestivo la filiale americana di un’azienda di inchiostri digitali per tessuti. La cucina mi ha sempre incuriosito, ma non posso dire che fosse una vera e propria passione almeno non fino a poco tempo fa.

Quando sono andato in pensione, avevo ben chiaro che non volevo passare le giornate a sorseggiare cocktail su una spiaggia, come spesso si immagina del classico pensionato americano. Cercavo qualcosa che mi accendesse davvero. E così ho pensato: perché non imparare a cucinare sul serio?

Non avevo molta esperienza, sapevo seguire una ricetta, ma niente di più. Ammiravo chi, dopo una giornata di lavoro, riusciva ad aprire il frigo e in mezz’ora preparare una cena. Io volevo essere quella persona. Volevo capire, davvero, cosa stavo facendo ai fornelli.”

Perché proprio Accademia Chefs? Cosa ti ha convinto a scegliere questo corso?

“Quando ho iniziato a cercare un corso di cucina in Italia, ho valutato diverse città: Milano, Roma, Bologna ma quando ho trovato il sito di Accademia Chefs, ho avuto subito un’ottima impressione. Mi ha trasmesso serietà, competenza e accoglienza.

Ho visto che il loro percorso formativo era pensato anche per chi, come me, partiva completamente da zero. Non ho avuto dubbi era il posto giusto. Ho preso in affitto un Airbnb, sono partito per l’Italia e ho scelto San Benedetto del Tronto come base. Una scelta che, col senno di poi, rifarei mille volte.”

Com’è stato il tuo arrivo in Accademia? Ti sei sentito accolto fin da subito?

“Sì, assolutamente. Fin dal primo giorno mi sono sentito a casa. L’ambiente è moderno, attrezzato e stimolante. La cucina industriale è completa, professionale, e i docenti sono stati sempre professionali, disponibili, gentili e attenti.

Quello che mi ha colpito di più, però, è stata l’atmosfera: ragazzi giovani, persone con esperienza, studenti italiani e stranieri… e poi io, un pensionato americano! Eppure non mi sono mai sentito fuori posto, mai.”

In che modo il corso ti ha aiutato a crescere? Cosa porti via con te da questa esperienza?

“Durante il corso da aiuto cuoco ho imparato tantissimo. Non solo tecniche e metodi di cucina, ma anche a riconoscere un buon prodotto, ad assaggiare un vino e abbinarlo, a fare la spesa in modo più consapevole.

È stato come aprire una porta su un mondo nuovo. Oggi posso dire con orgoglio: so cucinare. E soprattutto, ho trovato quella parte della mia pensione che non sapevo mi mancasse.”

E dopo il corso? Hai pensato di lavorare nel settore?

“Tornato negli Stati Uniti, ho pensato di avviare un servizio di cuoco a domicilio, magari per piccoli eventi o scuole. Era un’idea stimolante, ma anche impegnativa. Alla fine ho capito che volevo vivere quello che avevo imparato in modo più leggero, lasciandomi la libertà di godermi appieno questa nuova fase della vita.”

Il legame con San Benedetto del Tronto e Accademia Chefs è rimasto?

“Sì, fortissimo. San Benedetto è un posto mozzafiato, con una cultura gastronomica straordinaria e borghi medievali a due passi. Ho persino cercato di organizzare tour enogastronomici per americani da queste parti, perché questo territorio merita davvero di essere scoperto. Sono tornato spesso, e spesso ho portato con me mia moglie, i miei figli, i miei nipoti. Accademia Chefs mi ha dato molto più di un semplice corso mi ha regalato un nuovo pezzo di vita.”

Se dovessi raccontare ad altri la tua esperienza qui, cosa diresti?

“Direi che Accademia Chefs è una scuola adatta a tutti. A chi cerca il suo primo lavoro, a chi vuole migliorarsi ma anche a chi, come me, è in pensione e ha voglia di rimettersi in gioco. È un luogo che accoglie, forma e soprattutto trasforma.”

Se anche tu sogni un cambiamento, Accademia Chefs è il posto giusto.
Che tu sia all’inizio o a metà del tuo percorso, c’è sempre tempo per scoprire la tua vera passione.

 

Corso Aiuto Cuoco 22ª Edizione – Anno 2018

   

 

 

01
Lug

Dall’Ecuador alla Sardegna per realizzare un sogno: la storia di Nathalie Navas, allieva del corso di pasticciere di Accademia Chefs

Studiare pasticceria in Italia può cambiare la vita. È successo a Nathalie Navas, una ex allieva di Accademia Chefs che ha lasciato l’Ecuador per formarsi in Italia e oggi lavora in Sardegna, in una gelateria artigianale. In questa intervista ci racconta cosa l’ha spinta a partire, com’è stato studiare pasticceria in Italia e quanto le è servita questa esperienza per la sua carriera.

1. Cosa ti ha fatto scegliere Accademia Chefs per il tuo corso di pasticciere?

Mi ha colpito il programma formativo completo, la durata perfetta per le mie esigenze, la posizione in una città di mare, un elemento importante per me e il fatto che il corso iniziasse proprio nei mesi in cui sarei arrivata in Europa. Inoltre, era tutto in linea con il mio budget.

2. Perché hai lasciato l’Ecuador per studiare cucina in Italia?

I miei due figli avevano deciso di studiare in Spagna, così ho colto l’occasione per trasferirmi in Europa. Volevo essere più vicina a loro e allo stesso tempo sentivo l’esigenza di crescere professionalmente. Avevo un sogno: approfondire le mie competenze in pasticceria, e l’Italia era il posto perfetto per farlo.

3. Come sono stati i tuoi primi giorni in Accademia? Hai trovato subito un ambiente accogliente?

Assolutamente sì. Anche se all’inizio ero nervosa per via della lingua, l’ambiente è stato fin da subito molto familiare. Roberto, il direttore, parla spagnolo e mi ha guidata passo dopo passo. Mi sono sentita subito a casa.

4. Quali docenti ti hanno ispirata di più nel corso di pasticciere?

Augusto Palazzi è stato il mio primo insegnante: chiaro, paziente e attento ad ogni dettaglio. Mi ha aiutata tantissimo a capire le basi della pasticceria italiana. Poi c’è stata Noemi Ciabattoni, una professionista creativa, da cui ho imparato molto sull’efficienza e sull’organizzazione in laboratorio.

5. Cosa ti ha colpito di più della pasticceria italiana?

Mi ha sorpreso la varietà di dolci tipici regionali, soprattutto quelli fritti che non conoscevo affatto. In Italia ho scoperto un mondo completamente nuovo, ricco di tradizione e tecnica.

6. Come si chiama la pasticceria dove lavori e dove si trova?

Lavoro nella Gelateria Riss Bar a Porto San Paolo, in Sardegna. È un luogo bellissimo, con un ambiente sereno e stimolante, dove metto in pratica ogni giorno ciò che ho imparato durante il corso. Vivere in Sardegna è meraviglioso, lavoro al mattino e il pomeriggio mi rilasso al mare. È un equilibrio perfetto, ho trovato questo lavoro grazie al supporto di Roberto Morello, il direttore dell’Accademia, che mi ha messa in contatto con questa opportunità.

7. Ti senti cresciuta come persona e come professionista? 

Sì, molto. Il corso di pasticceria mi ha dato una base solida e mi ha aperto le porte a un’esperienza lavorativa concreta. Lavorare in Italia in un contesto professionale così positivo è stata una grande trasformazione per me.

8. Qual è il tuo sogno oggi?

Vorrei continuare a lavorare in Italia per acquisire ancora più esperienza. Ma quando tornerò in Ecuador, sogno di unire la pasticceria italiana con quella tradizionale ecuadoriana, creando qualcosa di unico.

9. Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

Non è mai troppo tardi per imparare. Inseguire i propri sogni e fare ciò che ci appassiona è la chiave. Anche se ci sono ostacoli, con la giusta determinazione tutto è possibile.

10. Quanto ti è servita la formazione in Accademia Chefs nel mondo del lavoro?

Tantissimo. Ho imparato nuove tecniche di pasticceria italiana, scoperto ingredienti locali e affinato la mia precisione. Tutto ciò mi ha dato la possibilità di entrare con sicurezza nel mondo del lavoro.

 

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05
Giu

Filippo, 22 anni e una passione diventata lavoro: il suo percorso in cucina con Accademia Chefs

Durante il lockdown, molti hanno riscoperto passioni nascoste. Per Filippo, 22 anni, originario di Ascoli Piceno, la cucina è diventata molto più di un passatempo: è stata la porta d’ingresso verso un nuovo futuro. Oggi è aiuto pasticcere nel ristorante giapponese Tetsu – Oriental Pleasure, guidato dallo chef Giacomo Costantini. Il suo percorso è iniziato proprio all’Accademia Chefs grazie al programma GOL della Regione Marche.

Come nasce una passione per la pasticceria

“La cucina mi ha sempre incuriosito, ma è stato durante il Covid che è diventata qualcosa di più.”

Chiusi in casa, Filippo e sua madre – originaria della Polonia – trascorrevano il tempo ai fornelli, preparando piatti tipici come i Pierogi (ravioli ripieni di verza marinata). È in quei momenti che ha scoperto quanto cucinare potesse essere un modo per esprimere sé stesso.

Dalla curiosità all’Accademia Chefs

Con una breve esperienza da aiuto cuoco alle spalle, Filippo scopre l’Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto grazie al progetto GOL. L’ambiente lo colpisce subito: professionale, accogliente e stimolante, proprio quello che cercava per trasformare la passione in professione.

Il percorso formativo in Accademia Chefs

Durante il corso di pasticceria, Filippo entra in contatto con insegnanti appassionati e coinvolgenti. Le lezioni con Noemi Ciabattoni restano tra i suoi ricordi più cari. È lì che nasce il vero amore per la pasticceria.

“Mi ha affascinato la precisione e la bellezza della pasticceria. Richiede pazienza e attenzione ai dettagli.”

Tra i docenti più ispiranti, Mariano Narcisi, capace di trasmettere energia positiva e rigore professionale.

Dall’Accademia al lavoro in ristorante: l’esperienza da Tetsu

Terminato il corso, Filippo viene accolto nella brigata di Tetsu. Oggi si occupa dei dessert al piatto, dove la cucina giapponese incontra la pasticceria moderna.

“Il ritmo in cucina è molto diverso rispetto all’Accademia: più veloce, intenso, ma anche incredibilmente stimolante.”

Le competenze apprese in aula – gestione dei tempi, precisione, creatività – si rivelano fondamentali nel suo nuovo ruolo.

Ispirazioni, sogni e futuro

Il sogno nel cassetto? Aprire un giorno una pasticceria moderna, dove tradizione e innovazione si incontrano. 

Tra i modelli da seguire, c’è Chiara Pavan del ristorante Venissa, con la sua attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione degli ingredienti.

Il dolce più sfidante? I macaron.

“Sembrano semplici, ma sono i più difficili. Quando riescono, però, è pura soddisfazione.”

Il suo piatto del cuore resta il tiramisù, legato ai ricordi d’infanzia. Un dolce che racconta casa, affetto e semplicità.

Tre parole per descrivere l’Accademia Chefs?

Formativa, stimolante, motivante.

Anche i piccoli errori fanno parte del percorso: “Una volta ho bruciato completamente un pan di Spagna perché avevo dimenticato di impostare il timer…”

Ma è proprio grazie a questi momenti che si cresce, si impara, si migliora.

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28
Mar

Accademia Chefs: più di una scuola, un’opportunità di carriera

Accademia Chefs: più di una scuola, un’opportunità di carriera

Quando si parla di eccellenza nell’alta cucina e nella pasticceria, non si può prescindere da un elemento fondamentale: il futuro professionale degli studenti. Accademia Chefs non è solo un luogo di formazione, ma un vero trampolino di lancio per chi sogna di entrare nel mondo dell’alta ristorazione.

“Credo che questo sia il vero valore aggiunto di un’accademia: non solo trasmettere tecniche e conoscenze, ma garantire ai nostri studenti l’accesso a opportunità lavorative d’eccellenza. Il nostro obiettivo non è semplicemente far trovare un impiego, ma costruire percorsi di carriera all’interno delle migliori aziende del settore.” – spiega Roberto Morello, Direttore di Accademia Chefs.

Grazie a una rete di collaborazioni con ristoranti, hotel e pasticcerie di alto livello, l’Accademia offre ai suoi studenti non solo una formazione pratica avanzata, ma anche un supporto concreto per inserirsi nel mercato del lavoro.

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20
Mar

Dalla Passione alla Professione: Il Percorso di Serena Sciamanna in Accademia Chefs

Ci sono percorsi che nascono da una passione e si trasformano in qualcosa di più grande.

È il caso di Serena Sciamanna, che da un amore innato per il cibo e l’arte ha deciso di intraprendere un cammino nella cucina professionale, iscrivendosi al corso Natalinerchef presso Accademia Chefs.

Un viaggio che è iniziato senza esperienza pratica, ma con una forte determinazione e il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo della ristorazione.

Dal Disegno alla Cucina: Una Visione Creativa del Cibo

Serena non viene da un background culinario. Ha studiato Belle Arti, si è laureata in Decorazione e ha lavorato come disegnatrice di stand per anni. Un percorso che l’ha portata a esplorare l’accoglienza e l’hotellerie, ottenendo anche un Master in Hospitality Management.

Ma qualcosa mancava. Non era sufficiente accogliere gli ospiti, sentiva il bisogno di esprimersi attraverso il cibo, di trasmettere emozioni attraverso i sapori.

“Ho sempre amato la cucina, ma non avevo nessuna base tecnica. Sapevo che, se volevo trasformare questa passione in qualcosa di concreto, dovevo partire dalle basi e imparare con metodo.”

Ed è così che, dopo un’attenta ricerca, ha scelto di affidarsi ad Accademia Chefs, rinomata per la sua formazione pratica e il legame con il mondo dell’alta ristorazione.

Un Percorso Formativo Completo: Tra Tecnica e Creatività

Il corso ha permesso a Serena di immergersi completamente nelle tecniche culinarie, affrontando step fondamentali come:

-Le basi della cucina tradizionale
-Tecniche avanzate di cottura (bassa temperatura, spume, arie, addensanti)
-Approfondimenti sulla scienza dell’alimentazione
-Laboratori pratici con esperti del settore

Ma il momento più significativo è stato il pranzo didattico finale, un evento che ha unito cucina e arte, due mondi che Serena sente profondamente suoi.

“Abbiamo ricreato piatti ispirati all’arte e ai grandi artisti, lavorando con colori, consistenze e forme. È stato emozionante vedere il cibo diventare espressione creativa e sapere che tutto questo era il risultato del nostro impegno.”

Un percorso che non si è limitato alla tecnica, ma ha insegnato l’importanza della collaborazione in cucina, della gestione dello stress e della capacità di adattarsi a qualsiasi situazione.

Lo Stage in un Ristorante Stellato: Il Prossimo Passo

Ora, Serena è pronta a mettersi alla prova nel mondo del lavoro. Il suo prossimo step? Uno stage al ristorante Il Tiglio con lo chef Enrico Mazzaroni.

“Non mi sento mai del tutto pronta, ma più sicura di prima. So che lo stage sarà impegnativo, che inizialmente farò lavori umili, ma ogni esperienza è un’occasione per imparare e migliorarsi.”

Un’esperienza che la porterà a confrontarsi con il ritmo frenetico di una vera cucina professionale e a mettere in pratica tutto ciò che ha appreso.

Il Sogno di Serena: Creare Qualcosa di Suo

Anche se il futuro è ancora tutto da scrivere, Serena ha un obiettivo chiaro: creare qualcosa di personale.

“Non so ancora quando e come, ma voglio costruire un progetto mio, qualcosa che unisca il cibo alla mia visione artistica e alla mia idea di cucina sana e consapevole.”

E noi non vediamo l’ora di scoprire dove la porterà il suo talento.

Vuoi anche tu trasformare la tua passione in una professione?

Accademia Chefs è il punto di partenza ideale per chi sogna di entrare nel mondo della cucina professionale.
Scopri i nostri corsi certificati e inizia il tuo percorso da chef!

13
Nov

Mariano Narcisi: la sua filosofia di cucina tra tecnica, creatività e fantasia

Abbiamo incontrato Mariano Narcisi, Chef e Patron del ristorante Ma.to Fish Food Evolution e docente del Corso Professionale Cuoco di  Accademia Chefs, per scoprire la sua filosofia di cucina e la sua visione sulla formazione professionale degli Chef. Mariano ci ha raccontato come la sua cucina sia un’arte che combina tecnica, creatività e fantasia, paragonando ogni piatto a una tela su cui esprimere la propria visione culinaria.

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31
Ott

Accademia Chefs protagonista a Expotraining 2024 Milano: un passo avanti per la formazione nelle Marche!

Alla XIII edizione di Expotraining – La Fiera della Formazione presso gli spazi espositivi di Milano Rho, Accademia Chefs ha partecipato come protagonista all’interno dello stand della Regione Marche, consolidando il suo ruolo di rilievo nel settore della formazione e dell’orientamento professionale. Questo importante evento nazionale rappresenta una piattaforma di dialogo e scambio per le Regioni e i professionisti del settore, che quest’anno hanno approfondito temi cruciali come orientamento, formazione, lavoro e sicurezza, in un’ottica di sviluppo delle competenze che guardi al futuro.

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