L’arte si manifesta quotidianamente in un’infinità di modi diversi. La materia, legandosi in una danza di colori e movimento, si fonde con altra materia, dando vita a “luoghi” e spazi in cui le emozioni trovano casa.
Lo chef è un artista. Lui dipinge ogni piatto con il cibo, studiando ed applicando tecniche alla stregua di un pittore.
Nulla è lasciato al caso.
Tutto segue un rituale in cui l’anima gioca con ciò che le dona la natura e la natura con essa.
Ma quali sono i principi che un grande chef deve seguire per decorare un piatto con maestria e spiccato senso estetico?
Lo abbiamo chiesto al nostro chef Mariano Narcisi, docente di Accademia Chefs.
“Non dobbiamo mai dimenticare che, prima del gusto, una pietanza deve appagare la vista! Io mi baso su tre principi-studio che applico ogniqualvolta compongo un piatto:
– lo studio della tecnica;
– lo studio dei colori;
– lo studio delle simmetrie e geometrie.”
“Posso seguire delle linee orizzontali, verticali o oblique lungo le quali adagiare gli ingredienti; usare un solo colore o creare dei cromatismi in contrasto oppure fare un matching armonioso di tonalità tra gli elementi che decorano il piatto.” -continua –
“Io amo l’arte e fondo queste due grandi passioni, quella della cucina e quella della pittura, per dare vita a piatti appaganti sotto ogni punto di vista.”
“Un piatto nasce da un’idea e si sviluppa attraverso l’utilizzo dei principi-studio che ho menzionato prima.
Ci sono delle regole fondamentali da seguire: l’ingrediente principale deve essere posto in alto a sinistra perché è proprio in quel punto che l’occhio del cliente si muoverà inizialmente.” – Ci dice lo chef.
“E’ fondamentale poi dare movimento anche in verticale, creando prima una base con l’ingrediente principale per poi costruire al di sopra di essa una struttura stabile e ben bilanciata.”
Lo chef Narcisi ci svela che la tecnica che ama di più è quella dello splatter che insegna nei corsi dei quali è uno dei docenti e che consiste nello schizzare con un pennello o un cucchiaio delle salse su delle pietanze base a tinta unita, creando linee o puntinando il piatto.
Lui stesso ci invita ad assaggiare con gli occhi (purtroppo per ora solo con quelli!) uno dei suoi piatti d’eccezione: “Risotto Pollock”.
“Risotto Pollock” – ispirato al grande pittore Jackson Pollock. I suoi quadri sono “espressionismo astratto”; uno stile pittorico nel quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente o lanciato sulle tele, invece di essere applicato con attenzione.
Gli elementi che compongono questo piatto sono:
Un risotto al burro acido e parmigiano e i suoi giochi di colore: – rosso: riduzione di lampone – giallo: crema di peperone giallo – verde: clorofilla di spinaci – viola: osmosi del cavolo cappuccio – arancione: salsa al peperone rosso – nero: besciamella al nero di seppia.