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01
Ago

Elsa Ragone: una storia di passione, pasticceria e crescita

L’inizio:

1. Quando hai deciso di iscriverti al corso di pasticceria?

La pasticceria è diventata una parte fondamentale della mia vita attraverso un percorso sia personale che formativo. In un periodo difficile, in cui la tristezza aveva preso il sopravvento, ho trovato nella pasticceria un rifugio. Non riuscendo a trovare serenità dentro di me, ho scelto di non condividere il mio malessere, ma di trasformarlo in qualcosa di positivo: mi sono concentrata su come rendere felici gli altri, dedicando loro attenzione e affetto, anche attraverso il cibo.

Quel momento, pur essendo uno dei più duri, è stato anche uno dei più formativi.  Mi ha fatto crescere, maturare e acquisire la forza per affrontare scelte difficili.  Mi ha insegnato a guardarmi dentro e ad ascoltarmi e così dopo essermi ripresa ho scelto accademia chefs. L’Accademia Chefs mi ha accolta con professionalità e mi ha fornito una solida preparazione tecnica, trasmettendomi l’importanza della conoscenza, della tecnica e della creatività.

 

Il corso: 

2. Che ruolo ha avuto Accademia Chefs nel tuo ingresso nel mondo del lavoro? Ti sei sentita accompagnata e sostenuta nella ricerca di un lavoro?

Durante il percorso ho conosciuto Fabio Bracciotti. Le sue lezioni mi hanno profondamente illuminata, tanto che ho pianto alla fine del suo modulo, triste all’idea di non potermi più confrontare con una persona tanto brillante. Un giorno di aprile, poco prima degli esami, sono passata quasi per caso alla gelateria di San Benedetto. Lì c’era lui. Mi ha riconosciuta e, dopo una piacevole conversazione, mi ha offerto un posto per la stagione. Avevo già un’altra proposta da un locale che stimo molto e che si trovava più vicino a casa. Ho valutato con attenzione entrambe le opzioni, ma alla fine è stato il cuore a scegliere: Crémée Glacée.


Dopo il corso: 

3. Quando ti hanno proposto di diventare assistente del corso di pasticceria, cosa hai pensato? Com’è stato il passaggio da allieva a collaboratrice dei docenti? Come ti senti a far parte del “dietro le quinte” della formazione?

Mi sono sentita felice e molto fortunata. Mi sono chiesta perché avessero scelto proprio me. Stare in Accademia, essere ancora in contatto con persone meravigliose che ci lavorano, mi fa sentire bene. Quest’esperienza mi sta dando tantissimo, e soprattutto mi ha aiutata a credere in me stessa.

4. Oggi affianchi due professionisti come Noemi Ciabattoni e Augusto Palazzi. Com’è lavorare con loro? Cosa hai imparato da loro, oltre alla tecnica?

Noemi e Augusto non sono soltanto due pastry chef: sono l’essenza di ciò che mi spinge ogni giorno ad amare questo mestiere e questa vita. Rappresentano in pieno il significato di passione e dedizione al proprio lavoro. Passerei ore ad ascoltarli spiegare tecnica, concetti e visione.

5 .Ti capita di rivederti nei nuovi studenti che entrano in Accademia?

Uno degli episodi che porto nel cuore è accaduto di recente. Una studentessa mi ha chiesto se fosse possibile svolgere lo stage da Crystall a Porto San Giorgio, una pasticceria pluripremiata dove avevo fatto lo stage.

All’inizio del mio corso ero stata io a fare la stessa domanda ad Augusto, con un’emozione fortissima. Quando poi mi ha presentato il pasticciere e co proprietario Valerio Giovannozzi e gli ha chiesto se potessi fare lo stage lì, è stato un momento che ricorderò per sempre. Sentire quella stessa emozione in un’altra studentessa mi ha riportato alle origini del mio percorso.

6. Com’è stata l’esperienza di condurre il pranzo didattico del corso cuoco?

Condurre il pranzo didattico è stato per me fonte di forti emozioni. Parlare in pubblico non è mai semplice, ma ho avuto l’onore di presentare il pranzo del corso cuoco, sotto la direzione dello chef Mariano Narcisi. Il menù era interamente ispirato a Il giro del mondo in 80 giorni e alla tavolata erano presenti figure importanti del settore culinario, da cui ho ricevuto complimenti e parole di incoraggiamento. È stata un’esperienza che porterò sempre con me.

La trasformazione:

7. Ti senti cambiata da quando eri studentessa a oggi? In cosa ti senti più cresciuta: tecnicamente o umanamente?

Sento di essere cresciuta molto, sia a livello umano che tecnico. In entrambi i casi, in modo profondo.

8. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso, quale sarebbe?

A chi desidera intraprendere questo percorso, consiglio sinceramente di farlo: migliora la vita sotto ogni aspetto mentale, fisico, personale e ti offre la possibilità di svolgere un lavoro che fa bene, in ambienti di alta pasticceria.

9. Come immagini il tuo futuro nella pasticceria? Hai un sogno nel cassetto?

Il mio futuro lo immagino felice, esattamente come il presente che sto vivendo. Di solito non sogno troppo: preferisco agire e realizzarmi, passo dopo passo. Una cosa che desidero fare, però, è unire le mie due passioni: la pasticceria e la nutrizione e l’alimentazione sana. Attraverso lo studio, mi piacerebbe avvicinarmi alla  pasticceria salutistica, secondo il mio punto di vista. Unire gusto e benessere, in un equilibrio che racconti davvero chi sono.

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