I giochi per bambini e bambine legati alla cucina sono sempre esistiti e sono stati considerati importanti per sviluppare la manualità dei più piccoli. Capita poi che qualcuno, invece di voler diventare astronauta o maestra, sia conquistato dal dosaggio degli ingredienti e dai piccoli dolci fatti in casa, superando i propri limiti.
Così è stato per Simona Sette, che sognava una scuola dove si potesse cucinare. “Mio fratello stava scegliendo le superiori, e io a soli otto anni dissi a mia madre: “Voglio andare alla scuola dove si cucina!” Da allora ho deciso che, quando sarebbe toccato a me, avrei seguito quella strada”. Simona, d’altronde, in cucina era comunque di casa, complice sua nonna materna che le lasciava mescolare ingredienti vari per sperimentare piatti “non sempre commestibili, ma comunque mi consolavo aiutandola a fare la torta di mele o le ferratelle”.
Simona si iscrisse quindi all’alberghiero dell’Aquila, dove cominciò a costruire la sua carriera tra fornelli e laboratori: un curriculum perfettamente in linea con i suoi sogni.
Durante gli anni di scuola già le prime esperienze di lavoro stagionale, la primissima a Cervia, la indirizzarono verso una specializzazione molto particolare, quella della cucina senza glutine. “Ho iniziato come aiuto cuoco, ma poi mi sono ritrovata a gestire la parte dedicata ai piatti gluten free. È stata una sfida, me la sono cavata bene”.
Nonostante la passione per la cucina l’avesse portata a risultati più che positivi in numerose realtà della ristorazione nazionale, Simona sentiva di volersi occupare di pasticceria, quella parte del suo sogno che non si era potuta realizzare. “Già alle superiori avrei voluto seguire quella specializzazione, ma eravamo solo in due a volerla fare, quindi la classe non si formò. All’epoca scelsi enogastronomia, ma nel cuore ho continuato a pensare a quanto sarebbe stato bello fare i dolci”.
Come per ognuno di noi, arrivò anche per Simona però un periodo di occasioni perdute, esperienze lavorative non sempre positive, piccoli problemi che poi iniziarono a minare la sua fiducia nella possibilità di continuare a lavorare nel settore. A questo momento di riflessione, rispose in maniera positiva: rilanciando, provando a mettersi in gioco per non cambiare definitivamente strada.
In questo periodo, in cui Simona era “tra color che sono sospesi”, si colloca la scoperta di Accademia Chefs. “Sì – ci dice – la verità è che stavo per mollare tutto, poi mi sono detta: faccio il corso da pasticcera e provo davvero a realizzare il mio sogno o lascio perdere completamente. Mi sono aggrappata all’orgoglio personale e professionale. Non potevo permettere che quella bambina di otto anni abbandonasse il suo sogno e nemmeno permettere a Simona, cuoca, di annullare i sacrifici che aveva fatto nel corso degli anni”.
All’Accademia, Simona trovò un ambiente accogliente e formativo, dove riuscì a unire la teoria alla pratica. “Mi misi subito al primo banco, come all’Alberghiero della mia città”, racconta sorridendo. “Sentivo che era la mia ultima possibilità. Avevo esperienza, ma mi mancavano le basi teoriche: capire come reagiscono gli ingredienti tra di loro, come bilanciare le ricette da sola. Gli insegnanti, in particolare Augusto, mi hanno aiutato moltissimo”.
Durante il corso, trovò anche il modo di sfidare uno dei suoi incubi peggiori: “Le frolle erano il mio tallone d’Achille. Con il caldo si scioglievano, mi facevano impazzire. Ora sono una delle cose che ancora odio, ma il titolare della pasticceria in cui lavoro continua a farmele fare, perché vuole che vinca la sfida”.
Dopo il diploma, la determinazione e la preparazione di Simona sono state premiate: in poco tempo ha trovato lavoro a L’Aquila, nel locale Ro’ by Caesar, nel cuore della città, davanti alla Fontana Luminosa, una delle attrazioni più note del capoluogo abruzzese. “La svolta c’è stata proprio dopo aver frequentato il corso di Accademia Chefs, al terzo tentativo d’invio del curriculum. A volte i percorsi di vita non sono sempre lineari, anzi per quanto mi riguarda trovo spesso strade in salita o dissestate, ma alla fine il cerchio si chiude, bisogna sempre aiutarsi da sé con perseveranza e tenacia, non solo con la passione”.
Simona ci tiene a sottolineare l’importanza del salto di qualità, anche grazie ad Accademia Chefs, perché “Caesar è una delle pasticcerie più importanti della città, l’attività è nata con Cesare e Ro’ è una seconda pasticceria più moderna gestita da Roberto, suo figlio, che è recentemente entrato a far parte dell’APEI (Ambasciatori Pasticceri delle Eccellenze Italiane) un’associazione fondata dal Maestro Iginio Massari e nella quale si può entrare solo rispettando dei requisiti e sostenendo un esame”.
“Oggi mi occupo dei dolci monoporzione, delle glassature a specchio e dei mignon stratificati. Nel locale realizziamo torte moderne e classiche, gelati, viennoiserie, pasticceria salata, pane e offriamo anche pranzi veloci e aperitivi con cocktail”.
Ogni cosa ha un suo tempo e un suo posto nella vita di ognuno di noi, dunque. “Accademia Chefs è stato il posto giusto al momento giusto e rappresenta, per me, uno dei periodi più importanti e belli della mia vita”.
In Accademia, Simona non ha solo ritrovato sé stessa e la sua professione, ma anche un punto di svolta per migliorare la sua qualità della vita “Ho conosciuto compagne che sono diventate amiche e ho trovato insegnanti disponibili e preparati. È un’esperienza che ti cambia: professionalmente e umanamente”.
La pasta frolla rappresenta il simbolo di un approccio più ampio al lavoro; “Qello che posso consigliare a chi sceglie di frequentare Accademia Chefs è di ricordarsi della propria passione, ma anche della determinazione e perseveranza, nelle lezioni durante il corso e successivamente nel lavoro, il mio, che è complicato, a volte estenuante ma dà anche soddisfazioni.