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05
Dic

Parola d’ordine: golosità – [La storia di Nikita Sergeev]

Nikita Sergeev durante una lezione ad Accademia Chefs

Ogni chef ha una sua anima.

Ogni chef ha il proprio modo di avvicinarsi alla cucina.

Ogni chef è unico.

Oggi vi parliamo di Nikita Sergeev, classe 1989, docente di Accademia Chefs, e scopriamo con lui quanto sia importante per un cuoco essere goloso.

Sono nato e cresciuto a Mosca dove mi sono laureato in Scienze Politiche.

Qualche anno fa sono venuto con la mia famiglia in vacanza nelle Marche. Per tutti noi fu amore a prima vista ed è subito nacque il desiderio di trasferirci nel vostro Paese.

A quei tempi non avevo intenzione di diventare chef. Il mio desiderio era quello di mettere a frutto la mia laurea in Italia, poi però è arrivata la doccia fredda: il mio titolo di studio non era e non è tuttora riconosciuto dall’Unione Europea.

Nonostante le difficoltà fossero molte, non mi diedi per vinto e decisi di dare spazio alla mia grande passione per la cucina tramandatami da mia mamma Ekaterina e da mia nonna Tamara.

Quello che sentivo e sento dentro è un forte interesse per la cucina, non il fuoco sacro che  in molti affermano di avere. Per me quello di divenire chef era una vera missione da perseguire con determinazione, impegno e professionalità.

Nikita Sergeev-parola d'ordine golosità

Mi iscrissi ad Alma sotto la guida del compianto Maestro Gualtiero Marchesi.

Conseguii il diploma con il massimo dei voti al quale seguirono stage presso ristoranti  stellati come il Tramezzo di Parma e all’estero nelle capitali dell’alta ristorazione.

A termine di queste esperienze prese vita il progetto che avevo elaborato prima di iscrivermi ad Alma: un ristorante mio! Un luogo magico dove avverare i miei sogni e quelli della mia famiglia. Alla fine del 2013 nacque, nel cuore storico di Porto San Giorgio, L’Arcade.

Abbiamo appena 22 coperti ma l’elegante mise en place nuda e contemporanea sottolinea la cucina ricca di spunti locali ed internazionali.

Quello che cerco costantemente nel mio lavoro è di eccellere.

Pongo la massima attenzione per le materie prime e per le tecniche di cottura che impiego nella realizzazione dei miei piatti. Amo creare una contaminazione tra Est e Ovest. Questo è possibile grazie ai continui scambi gastro-culturali con i tanti giovani e promettenti chef italiani e stranieri con i quali  ho costruito una rete di condivisione e collaborazione.

Ho ricevuto diversi riconoscimenti in questi anni ma questo è solo un’ulteriore spinta a far sempre meglio.

Non mi sono mai montato la testa: vado avanti dritto per la mia strada a testa alta. Non vivo per le  recensioni delle guide o per i concorsi, bensì per rendere felici i miei ospiti con la mia cucina e per infondere sani principi ai miei studenti.

Come sei divenuto uno dei docenti di Accademia Chefs?

Ricordo che Lino Morello, direttore della scuola, veniva spesso a mangiare nel mio ristorante. Un giorno mi propose di guidare uno dei corsi di cucina ed io accettai.

Da quel momento, e sono passati 4 anni, cerco di dare il mio contributo alla crescita della scuola e di infondere nei suoi allievi la passione per la cucina.

Cosa diresti ai tuoi allievi per motivarli?

Parola d’ordine: golosità  – Ricordate che un cuoco deve essere goloso! Dovete assaggiare tutto per comprenderne il gusto. E’ necessario spaziare senza limiti, solo così potrete sviluppare le vostre idee in equilibrio tra vista e gusto.

E’ vero che mangiamo prima con gli occhi, ma poi dobbiamo essere in grado di deliziare il palato.

Nikita Sergeev - è necessario appagare gusto e vista

 

 

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